La crisi della fabbrica di prodotti farmaceutici “Testa” era ormai annunciata (vedi articolo) ed ora sembra sempre di più una realtà.
L’azienda, infatti, ha annunciato 6 licenziamenti oltre ad aver avviato la procedura di cassa integrazione straordinaria e di mobilità, a giustificazione di questo la crisi nel mercato nazionale ed internazionale nei prodotti derivanti dalla lavorazione della caffeina di cui si occupa la stessa.
I lavoratori non ci stanno ed indicono uno sciopero di 4 ore per mercoledì 9 settembre. Afferma Tino Amatiello CGIL. “L’Azienda continua in maniera sistematica a mandare lettere di contestazione e provvedimenti disciplinari ai lavoratori, a nostro avviso in maniera del tutto pretestuosa. Se vi è un problema di fondo dato dalla crisi del settore o da altre problematiche aziendali ciò non può essere fatto ricadere in capo ai lavoratori”.
Continua Amatiello “Riteniamo inoltre che ridurre il personale creerebbe dei seri problemi di produzione che porterebbero ancora più difficoltà nel rispettare i quantitativi di produzione e una conseguente accentuazione della crisi dell’azienda”.
Conclude infine “Abbiamo indetto questo sciopero e fatto bloccare per sette mese i licenziamenti e speriamo di prire un dialogo risolutivo con l’azienda”. Nel frattempo ricordiamo che a febbraio di quest’anno era già stata palesata la decisione di ridurre le giornate lavorative da 7 a 5 così come erano già stata prospettata la situazione di profonda crisi e la necessità di misure drastiche.
La conferma di un orizzonte grigio, dunque, per i lavoratori che, dopo aver tirato un sospiro di sollievo nel 2009 – quando si era deciso il trasferimento da Leca a Bastia - oggi si trovano nuovamente con l’acqua alla gola.