Savona, consiglio comunale "bollente" sul bitume. Berruti: "Passare attraverso la VIA", Cinque Stelle: "Tempo scaduto, chi è incompetente paghi"

In attesa del possibile deposito di bitume in città a essere scaldati sono gli animi. E’ bastato un consiglio comunale ad hoc come quello odierno ad alzare ulteriormente la temperatura in città. Urla, volantini sventolati e pesanti faccia a faccia che hanno visto uno contro l’altro gli attori di una vicenda che promette di fare ancora discutere. Cinque Stelle contro Pd, Pd contro Autorità Portuale, cittadini contro Pd e BIT, la società incaricata a realizzare il tanto discusso deposito. E tra una polemica e l’altra – in un consiglio che ha visto grande partecipazione da parte dei cittadini- l’annuncio dei Cinque Stelle ha di fatto tolto ogni possibile speranza al Pd di aggrapparsi al VIA, la Valutazione di Impatto Ambientale, ossia la procedura amministrativa che dopo apposite verifiche approva e autorizza un’opera. L’ultimo appiglio da parte del Partito Democratico sembrava essere quello (il discorso del primo cittadino Federico Berruti era proprio incentrato sulla VIA) si è sgretolato dopo l’intervento dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle Matteo Mantero e Simone Valente.

“E’ inutile parlare di VIA e nascondersi dietro a un dito – hanno commentato duramente i parlamentari- la procedura è fuori tempo massimo. Il Comune di Savona aveva la possibilità di fermare sul nascere il progetto: perché non l’ha fatto? Si è trattato di incompetenza o altro?”. Interrogativi che hanno alimentato la veemenza dei tanti partecipanti facendo irrigidire ancora più la giunta, apparsa per lunghi tratti visibilmente imbarazzata. Deposito sì, deposito no? Il nodo della vicenda è sempre lo stesso: un’intesa Ministero-Regione potrebbe ufficialmente chiudere i giochi e spianare la strada al deposito di bitume a due passi dal centro città. In una giornata “bollente” un po’ di gelo c’è, però, stato: quello tra Autorità Portuale e Comune di Savona.

Una sorta di imbarazzo che è stato interrotto da alcune affermazioni del presidente dell’Autorità Portuale Gianluigi Miazza apparse distensive. “Non si può polemizzare su tutto –ha spiegato il numero uno dell’Authority savonese- ma è doveroso guardare i fatti: negli ultimi mesi sono partiti almeno dieci interventi in città ampiamente condivisi tra noi e l’amministrazione comunale. Per quanto riguarda la vicenda bitume non c’è alcun interesse a creare inquinamento in città, il nostro unico interesse è fare il bene del porto e dare nuovi impulsi allo sviluppo dello stesso”.

Un intervento che ha costituita una sponda perfetta per il rappresentante della società BIT Savona, Francesco Giachino. “Abbiamo seguito un regolare iter autorizzativo –ha spiegato Giachino- e anche sotto gli aspetti tecnici non c’è nulla da temere: non c’è alcun rischio per la salute e la sicurezza dei savonesi, è inutile fare disinformazione a riguardo”. Ma la palla non può che inevitabilmente passare di nuovo al Comune. Perché vista la contrarietà all’infrastruttura non ci si opposti in tutte le sedi opportune quando la probabilità di fermare il progetto era certamente più alta?. Domande che non passano di certo inosservate. “L'iter autorizzativo é stato sin dall'inizio poco trasparente –ha ribadito il consigliere Daniela Pongiglione di Noi per Savona - Verdi - e dall'amministrazione l'esame delle pratiche é stato affrontato con estrema superficialità. É necessario che venga effettuata una perizia indipendente e una localizzazione ottimale". L’interrogativo –ora come non mai- è uno: è troppo tardi?