Lettera al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti da parte della "Rete Savonese Fermiamo il Carbone" riguardo l’autorizzazione integrata ambientale “DM 0000323” dello scorso 31 dicembre alla centrale Tirreno Power di Vado Ligure.
“Facciamo seguito a precedenti note riguardo gli incontri e le riunioni già svolte presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri sull'argomento in oggetto - spiega la Rete Savonese Fermiamo il Carbone" - per ribadire come questa procedura successiva all'AIA, appaia anomala rispetto a quanto previsto dalla normativa europea e nazionale in materia di IPPC, che prevede titoli autorizzativi emessi sulla base di precisi presupposti sanitari ed ambientali e non interventi governativi per “venire incontro” alle esigenze economico-aziendali dichiarate dal richiedente l'autorizzazione stessa. Del resto il “Decreto 0000323” emanato il 31 dicembre 2014 porta in calce proprio la firma del Ministro Galletti e non si vede come i contenuti dello stesso possano essere contraddetti o smentiti a distanza di pochi mesi".
"Ribadiamo che in questa autorizzazione, che per diversi aspetti risulta rispettosa delle MTD, tuttavia sono state fatte concessioni all'azienda anche ben al di là dei valori associati alle MTD. E questo in un contesto nel quale l’Autorità Giudiziaria (il GIP presso il Tribunale di Savona) nel marzo dello scorso anno ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo, tuttora vigente, delle due sezioni a carbone di questa centrale ritenendo configurato il delitto di disastro consumato, a fronte di una situazione di accertato gravissimo danno ambientale e sanitario".
"A proposito delle irrituali convocazioni di questi non meglio definiti “Tavoli” di discussione - prosegue - con la totale esclusione della componente ambientalista che pure aveva partecipato attivamente all'emissione dell'AIA in discussione, ci permettiamo di far presente sin d'ora che i cittadini di questo territorio già così duramente provato si opporranno con ogni mezzo lecito e consentito dalle leggi vigenti a qualsiasi intervento, volto stravolgere le corrette procedure, operando concessioni per l’esercizio dei gruppi a carbone, così “sminuendo” o “alleggerendo” in qualche modo le prescrizioni contenute nel Decreto 0000323 da Lei stesso firmato".
"Mentre ci riserviamo di attivare con la massima decisione ogni tipo di azione legalmente consentita in ogni sede giurisdizionale amministrativa, civile e penale, in Italia ed all’occorrenza anche in Europa, ci dichiariamo disponibili (come già espresso in precedenti note anche a Lei rivolte e rimaste sino a questo momento prive di alcun riscontro) anche ad un incontro per evidenziare le sofferenze e le ragioni di tutto un territorio, prima che vengano assunte decisioni irreparabili" conclude la Rete Fermiamo il carbone.
La lettera anticipa l'atteso incontro previsto domani a Roma, con le componenti governative chiamate a dare una risposta concreta e definitiva sulla centrale vadese.