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In Breve

| 13 giugno 2014, 13:20

Puro sound “a stelle e strisce”… in Riviera!

Savonanews incontra Federico Belfiore, fondatore dei Distillery, una band dalla lunga storia

Puro sound “a stelle e strisce”… in Riviera!

Il nostro comprensorio è pieno di realtà musicali che sono sulla scena anche da oltre vent’anni, e che per tutto questo tempo hanno macinato chilometri su chilometri, solcando tutti i palchi della Liguria e spesso uscendo anche dai confini della nostra zona, grazie a una proposta artistica di valenza internazionale. Uno di questi progetti dalla nobile tradizione sono i Distillery, fondati dal chitarrista, polistrumentista e cantante Federico Belfiore. Un sound che affonda le sue radici nel meglio di mezzo secolo di rock “a stelle e strisce”, nel sole della West Coast, nel calore del blues, nell’energia del country e nel sangue focoso del rock. Proprio con Federico ci siamo incontrati per riassumere un po’ questi vent’anni di storia, dai percorsi passati ai progetti futuri.

1.       Partiamo con la storia della band: come nascono i Distillery, quando nascono, per volontà di chi e chi ne fa parte attualmente?

 

I Distillery nascono nel 1992 non come una vera e propria band, ma come un progetto mio, concepito come il lavoro di un singolo musicista ma aperto a varie collaborazioni ad ampio respiro. All’inizio con me suonava un chitarrista americano, Beo Morales, che adesso è tornato negli USA. Nell’arco di questi vent’anni, poi, la formazione è cambiata diverse volte.

 

2.       So che voi siete musicisti che coltivano da sempre una grande passione per il sound americano più americano che ci sia! In un panorama come quello locale, dove le coverbands della zona offrono ampio spazio a nomi italiani (Ligabue, Vasco Rossi, Timoria, Litfiba etc.) o inglesi (i soliti classici di Queen, Pink Floyd, U2, solo per citare i più suonati) quale riscontro di pubblico avete?

 

Abbiamo avuto la fortuna di iniziare in anni in cui la scena musicale americana era molto presente e seguita in Italia. Per questo siamo riusciti, in oltre vent’anni di attività, a ritagliarci un nostro “zoccolo duro” che ci segue con molto affetto. Per fortuna dobbiamo dire che il riscontro di pubblico c’è sempre.

 

3.       E nella vostra scaletta quali sono i titoli che non potrebbero mai mancare?

 

Sicuramente i grandi classici degli Eagles, degli America, di Simon & Garfunkel, di Neil Young. Noi abbiamo un repertorio fatto di brani nostri e covers e, come dicevamo prima, abbiamo un pubblico affezionato che nel tempo ha imparato a conoscere ed apprezzare anche il materiale di nostra composizione.

 

4.       A proposito delle vostre composizioni, so che state per realizzare un album…

 

Esatto. Si è trattato di un disco dalla gestazione lunga, vari motivi non dipendenti dalla nostra volontà ne hanno ritardato l’uscita che, comunque, dovrebbe avvenire entro l’estate. Sarà diverso dai precedenti, stilisticamente più vario, più eclettico, ma comunque con un suo filo logico e una sua coerenza stilistica. A questo album abbiamo lavorato io, Davide Brondo e Mario Rossello, che ormai costituiamo da tempo  il nucleo dei Distillery e ci siamo avvicendati ai vari strumenti. Per noi si tratta del quarto disco, ma c’è un quinto titolo, uscito nel 2010, a cui siamo particolarmente affezionati: si chiama “Helping hands” ed è una raccolta a cui hanno collaborato numerose bands da tutto il mondo. Ha avuto un ottimo successo e tutti i proventi sono stati devoluti ai terremotati di Haiti. Si tratta di un CD doppio dove nel primo dei due dischi ogni band esegue un suo brano originale e nel secondo una cover degli America. L’album si chiude con una grande “jam session” dei musicisti dei vari gruppi che suonano un brano tutti insieme, anche se in realtà si è trattato di una “jam virtuale”, perché ognuno ha prodotto e inviato la sua parte e poi sono state assemblate in studio di registrazione.

 

5.       Da alcune interviste realizzate per questa rubrica, emerge un panorama musicale ancora molto vivo, con tanti musicisti che hanno ancora voglia di proporsi e un’offerta estremamente variegata, mentre sotto altri aspetti la situazione è critica: locali che chiudono, sempre meno spazi per i live, pubblico che esce meno… Voi come vivete la situazione in Riviera oggi?

 

Certo, le difficoltà sono tante, il mercato è sceso tantissimo, c’è meno offerta di locali e tanta voglia di suonare, quindi c’è più concorrenza, ma per fortuna con un po’ di buona volontà si trovano ancora parecchie date.

 

6.       E concludiamo con la tradizionale domanda sui progetti futuri: a che cosa state lavorando?

Ovviamente porteremo in tournèe i brani del nuovo disco, assieme al nostro repertorio ormai collaudato di classici, covers e titoli dai nostri album precedenti. Per tradizione noi l’estate la facciamo in zona, nei locali della Riviera, tra l’Imperiese e il Savonese, mentre d’inverno spaziamo un po’ di più e usciamo spesso fuori Liguria. Se volete seguirci potete trovare tutte le date aggiornate e altre informazioni sulla nostra attività sul sito www.distillery.it o sulla pagina facebook della band.

Alberto Sgarlato

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