Consolidato pessimismo, ma con barlumi di fiducia. Questo, in estrema sintesi, lo scenario tracciato dal sondaggio svolto da Ship2Shore a inizio 2013 e presentato oggi al Priamar da Autorità Portuale di Savona.
Il tema, il "sentiment" dell'industria marittimo-portuale. Con 15 domande, si è cercato di capire come gli operatori del settore avvertono la crisi in atto, ottenendo così una cartina al tornasole dei problemi che affliggono il sistema portuale e marittimo italiano, non consentendogli di esplicare appieno le proprie reali potenzialità.
Il quadro globale che emerge è certamente fosco, ma le opportunità - come per ogni brava crisi che si rispetti - certo non mancano. Bisognerà però essere all'altezza di poterle cogliere, anzitutto gettando il cuore oltre l'ostacolo.
L'orizzonte temporale nel quale aspettarsi una parziale ripresa dell'economia globale è, secondo la maggioranza, di tre anni: 2015. Se sommato a 3-4 anni almeno (la crisi è iniziata intorno al 2009), ne scaturisce un ciclo negativo di 6-7 anni, in linea con le serie storiche.
Investimenti mirati e con limitati fattori di rischio, licenziamenti solo come extrema ratio, Autorità Portuali viste spesso come inadeguate e troppo numerose, burocratizzazione eccessiva, Paesi Bassi come modello da imitare. Le informazioni che emergono dal sondaggio di Ship2Shore sono chiare, e starà ora al mondo portuale farne tesoro per reagire al meglio.
Prima dell'incontro, da segnalare una piccola polemica tra Rino Canavese, ex presidente di Autorità Portuale di Savona ed oggi manager di Gavio in pectore, e Gian Luigi Miazza, attuale presidente della Port Authority savonese. Ai microfoni di Primocanale, Miazza parla di Maersk: spiega che il progetto ad oggi prosegue ma che la sua è una posizione "subordinata" alle decisioni nazionali, e si dice pronto ad obbedire ad un ordine romano di stop. Piccata la replica di Canavese: il cronista chiede se lui avrebbe mai pronunciato una frase simile, l'ex presidente risponde con un laconico "Infatti l'ha detto lui, non io"...