Anche Tirreno Power, l'unica delle tre genco Enel che ha conservato i propri equilibri azionari sostanzialmente immutati dal 2003 ad oggi, si prepara ad affrontare un fisiologico riassetto.
Dopo che Endesa Italia è confluita nel gigante tedesco E.On e che Edipower, nell'ambito della riorganizzazione di Edison è stata rilevata da A2A, ora i riflettori si spostano sull'asset company che fa capo per metà a Gaz de France Suez e per l'altro 50% alla cordata italiana guidata da Sorgenia (con il 78%) e partecipata da Hera e Iren (entrambi con l'11%).
Proprio il controllo condiviso tra italiani e francesi è un elemento che ricorda la situazione della vecchia Edison-Edipower (anche se in Tirreno Power i rapporti tra soci sono molto meno tesi e anzi collaborativi) così come un elevato indebitamento, che presenta una scadenza di almeno 750 milioni di euro a metà 2014. Un nodo a prima vista non immediato che tuttavia, alla luce del forte peggioramento del mercato del gas e della conseguente erosione dei margini della società imporrà molto presto agli azionisti una riflessione approfondita sul proprio investimento che andrà al di là dell'eventuale rifinanziamento.
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