In verità molti italiani non sanno che il Ministero dell’Ambiente italiano, dall’anno 2000 ha sviluppato in Cina 57 linee progettuali, cofinanziando progetti ambientali per un primo importo paria 108 milioni di euro e un secondo programma dal costo stimato di 190 milioni di euro.
Il nome di alcuni progetti suona davvero come una nemesi storica per la Città di Taranto e non solo :
“il monitoraggio e la gestione della qualità dell’aria nelle città cinesi “,
“ Protezione e conservazione delle risorse idriche” e che riguarda la maggiore fonte di approvvigionamento di Pechino il Miyun Reservoir,
la Prevenzione e il controllo dell’inquinamento atmosferico (..monitoraggio sorgenti inquinanti nell’area urbana di Shangai),
“Elaborazione Programma per l’eliminazione delle sostanze chimiche controllate dalla Convenzione ONU sulle sostanze organiche persistenti” (..insomma i PCB , diossine e furani..in Cina però!!) e il
“China CDM Study Project” un progetto che ha consentito la messa a punto di una metodologia nei due settori chiave dell’economia cinese la SIDERURGIA e l’edilizia .
Tratteremo compitamente in un prossimo articolo della “triade della nuova Aia “: monitoraggio, emissioni fuggitive e parco geominerario ma anche dell’uso del pet coke e del catrame di cokeria.
Tratto dal sito http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article30801